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Allevamenti, acquisto di furetti e adozioni: un po’ di cose fondamentali che dovete sapere

Da molti giorni sui social media si rincorrono discussioni e attacchi circa presunti fatti (alcuni di rilevanza legale) che scuotono gli animi di chi ha a cuore le sorti di qualsiasi furetto come l’Associazione Italiana Furetti (Furettomania Odv).

 

Abbiamo taciuto a lungo per riflettere ma anche nella convinzione che, a volte, per imparare davvero sia necessario che le persone si trovino davvero di fonte ai problemi. Molti concetti basilari di tutela del furetto li trasmettiamo, spieghiamo e ripetiamo da molti anni: talvolta arrivando a chiederci se sia davvero efficace questa insistenza. Senza contare le occasioni in cui la nostra associazione è stata additata come la mamma severa che vuole controllare sempre tutto e tutti.

 

Ciò che abbiamo visto scorrere su questi feed di settore in queste settimane, tuttavia, ci sta dando ragione. E ci siamo dati una risposta. Poco importa di sembrare dei puntigliosi se poi a supportare chi ha bisogno di riparare un danno altrui ci siamo comunque noi. Non conta assomigliare alle signorine Rottenmeier di cartoniana memoria se ripeterci come dischi rotti può servire ad educare anche solo una persona che si avvicina a questi piccoli animali che tanto amiamo.

 

Da molto tempo abbiamo l’impressione che la situazione generale stia peggiorando e assistiamo in alcuni ambienti a quello che, incredibilmente, assomiglia ad un vero mercato rionale. Furetti che vengono ceduti, venduti e scambiati come fossero merce da banco senza curarsi della tutela di queste anime belle. Cogliamo spesso anche una certa leggerezza inaccettabile in chi si assume la responsabilità della vita di questi animali e che con superficialità vende o affida furetti ad acquirenti o adottivi che hanno solo informazioni sommarie. Se non assenti.

 

Ci sono stati episodi, anche recenti, di furetti ceduti al primo che si offre sui social network senza alcuna tutela per l’animale stesso e con il risultato di perderne subito traccia. Come se il problema fosse ormai risolto con lo scarico di responsabilità. Inammissibile. Se non riuscite più a gestire il vostro animale la prima riflessione che dovete fare è chiedervi perché non vi siete posti certe domande prima di mettere in gioco un essere vivente. A quel punto il gesto più sensato per continuare tutelarlo è di affidare il furetto a chi possa selezionare al meglio la famiglia adottiva per lui. Sostenendolo, finalmente, per tutta la vita come va sostenuto.

 

C’è inoltre chi può pensare che adottare sia troppo complicato rispetto all’acquisto di un furetto. In una società che tritura il mercato dentro il mantra del “tutto e subito” può capitare ma ricordatevi sempre che non siamo al cospetto di merce. In ogni caso se l’acquisto è la vostra opzione abbiate cura di non accontentarvi mai di chi vi offre l’animale su internet, magari per pochi spiccioli. Talvolta persino disposto a spedirlo come se fosse un pacco postale (pratica dall’impatto devastante sul furetto sia fisicamente sia psicologicamente).

 

Attenzione perché non sono nemmeno sufficienti patto di cessione, raggiungimento dei 60 giorni prima di allontanare i cuccioli dalla madre, microchip, vaccini ed assicurazioni verbali sulla corretta socializzazione dell’animale. Tutto questo è solo il minimo da richiedere ad un allevatore che possa dirsi dignitoso. Un acquirente che sia serio deve insistere con l’allevatore per farsi mostrare fisicamente l’allevamento verificando di persona le condizioni di detenzione ed igiene oltre a visionare i cuccioli e i genitori. In questo modo si potrà anche verificare empiricamente se i piccoli sono davvero abituati ad essere manipolati. Non accontentatevi mai di generiche foto con peluche e copertine colorate. Guardate con i vostri occhi. Siate seri. Anche negli allevamenti più noti possono crescere cuccioli mordaci o parassitati (a volte i furetti non sono nemmeno nati in quell’allevamento ma sono oggetto di permute più o meno chiare).

 

“I furetti di allevamento sono più belli”. Spesso è questa la motivazione che spinge una persona verso l’acquisto. Al di là della morale nel porre l’estetica come primo punto dirimente bisognerebbe anche interrogarsi quanto ci si possa fidare di selezioni evidentemente più attente all’aspetto estetico rispetto a salute e carattere. Meglio porre moltissime domande, raccogliere informazioni e referti oltre a pretendere di vedere tutto dal vivo. Abbiate il coraggio di andarvene a mani vuote se l’allevamento non vi convince perché poi risulta stucchevole accogliere in associazione le tante lamentele di chi ha visto cose orrende salvo girare comunque dei soldi a persone che non li meriterebbero. Inutile addolcire la pillola: se alimentate il mercato di strutture discutibili diventate complici e sostenitori del malcostume. Non esiste alcun eroismo nel salvare animali custoditi in maniera deprecabile: il vero eroismo è evitare di inserire altro denaro in tutto questo meccanismo disincentivando, anche dolorosamente, queste pratiche scorrette. Le parole, in questo caso, contano zero. Servono i fatti. Se comprate il loro sistema funziona. Fine.

 

"Quanti allevatori abbiamo trovato in tanti anni che rispettino tutti questi requisiti? Molto pochi, anzi pochissimi."

 

Quando un furetto viene avviato alla procedura di adozione, al contrario, viene sempre sottoposto a tutti questi test e profilazioni che anche un allevatore professionale dovrebbe fare. Sempre. Uno staff preparato interviene su quelle che possono essere delle criticità caratteriali oppure di salute. Non è assolutamente vero che acquistando un furetto si sia più tutelati. Anzi.

 

Ogni aspetto che sottovalutate diventa un fattore di rischio. Un pericolo per loro. Che in futuro amerete più di voi. O almeno si spera.